Sono ormai giorni che piove e piove e piove, il sole credo che si sia scordato di noi, salvo fare ciao ciao con la sua manina, tra una perturbazione dal nome improponibile e un’altra. So che non è l’allerta meteo in cui speravo, perché quella poteva portare a qualche sano disagio, qui invece si parla di zone alluvionate, argini distrutti, persone sfollate, la campagna distrutta e città che guardano con ansi ai propri fiumi.
Inoltre, ovunque, si sente un odoraccio di marcio e lacustre, le ossa paiono spugne, e l’umore precipita in un abisso senza fine. Non è come saltare in pozzanghera di tanto in tanto, qui ormai siamo arrivati al trasporto navale, tocca dotarsi di canotti, moto d’acqua e mute, altro che spazzaneve, giaccavento e guanti.
Io sto pensando di coltivare ninfee sul mio balcone e di attrezzare la mia auto con 4 grossi gommoni, così da poter galleggiare qui e la, seguendo l’onda. In tutto questo delirio monsonico, anche il cervello va in barca e io parlo di tempo, neanche fossi la figlia di Giugliacci, ma non riesco a pensare ad altro che non sia questo fortuitissimo tempo, ho scaricato altre due app che mandano notifiche ed alleate, ma non mi danno conforto. Per nulla!
Una volta, su uno di quei canali di documentari, ho visto un programma dove degli scienziati stavano testando una macchina per far piovere, mi era sembrata una cosa fighissima, magari poteva aiutare le popolazioni in zone desertiche, ma a questo punto mi domando se non l’abbiano attivata da queste parti, lasciandoci qui a fare il muschio. Sicuramente avremo un presepio da cinema il prossimo anno, ma vivremo su delle palafitte e quindi a che serve un presepe dentro un’umida palafitta?
Poi, come dicono quelli informati, non può piovere per sempre, ma intanto,o in questi giorni, anche se dovesse uscire il sole non riuscirei ad accorgermene…