Eccomi di ritorno dalla mia prima esperienza come VagabondaDoc (tour leader) e ancora non ci credo di esserne uscita viva!
Tante sono le emozioni e i sentimenti che ho provato in questi 10 giorni di viaggio, che solo la solitudine di casa mi ha aiutato a mettere in ordine.
Partire con uno stuolo di sconosciuti era già stato un bel passo avanti lo scorso anno, ed ero stata premiata, grazie ad un gruppo magnifico, ma quest anno, gli 11 sconosciuti sarebbero stati il MIO GRUPPO, li avrei dovuti gestire io.
Capite che non è proprio una passeggiata di salute.
Comunque, forte delle mie capacità di pianificazione e la smania organizzativa sono arrivata al giorno della partenza carica a molla, avevo tutto sotto controllo… o quasi, infatti il mio cuore di tanto intanto saltava un colpo.
Per fortuna avevo avuto il piacere di conoscere qualcuno di loro prima della partenza, questo mi dava la sicurezza di vedere delle facce amiche (o presunte tali) ad accogliermi ai check in di Malpensa.
Qualche imbarazzo iniziale e si comincia!
Facciamo in modo di restare calma, controllata, mi ripeto come un mantra che “è tutto a posto, la città la conosci, loro sono carini” e altre amenità del genere.
Tutti sorridono, io pure, ma credo che si capisca che sono tesa come una corda di violino…
Passiamo i controlli, nessun morto e nessun disperso, molto bene, colazione e poi tutti sull’aereo.
In volo verso il Portogallo
Da sola, nel mio posticino tra il corridoio e il bagno dell’aereo ripasso, a mente, come prima di un’interrogazione, il programma, controllo le prenotazioni su booking in rigoroso ordine cronologico, stampate per bene e messe nel porta listini, una per bustina trasparente.
La sicurezza di questi gesti mi da forza, ma non riesco ancora a respirare come si deve e il volo di due ore e quarantacinque minuti pare durare una mezz’ora scarsa: mortacci!!!
Recupero le mie cose, faccio un sospiro e scendo dall’aereo nella calda e assolata mattina di Lisbona… ci siamo!
Welcome to Portogallo tour leader!
Mi ricongiungo col gruppo, sorrido, sorrido tantissimo e li guido alle uscite, dove dobbiamo aspettare Alessandra che arriva da Venezia, nel frattempo raccolgo i soldi per la card dei mezzi pubblici e vado a fare l’acquisto per tutti, in questi nuovi momenti di solitudine cerco di riprendere il controllo e ricomincio con il mantra.
Torno dal gruppo con le card e ancora Ale non si vede, mentre Francesca in hotel ci aspetta. Inoltre la fame e la sete si fanno sentire, ma nessuno vuole allontanarsi, così decidiamo si portare pazienza fino a quando non saremo in hotel…
Non vi dico del viaggio in metro e la “passeggiata” verso l’hotel, così come soprassiedo sulla prima formazione delle camere, ma tutto si aggiusta con un bel pranzo alle 3 del pomeriggio.
La tensione nel gruppo sparisce e vedo che iniziano a sciogliersi un po’, la cosa mi rincuora e scopro di avere sicuramente un’alleata, Sarah sarà fondamentale in questa avventura.
Day by Day: tour leader in crescita
Se alla fine della prima giornata arrivo esausta e senza forze, le sere successive non saranno da meno, ma miglioro notevolmente giorno dopo giorno. Nel senso che muoio dopo aver detto almeno buona notte…
La cosa più complicata è davvero fare buon viso a cattivo gioco, cercare di farsi capire e accettare in un ruolo così particolare, infatti dovrei essere “percepita” come parte del gruppo, non come guida, ma i più non lo capiscono o forse io per prima sbaglio qualcosa.
Il mio nome viene consumato, tanto che penso di cambiarlo in corso d’opera, così almeno non mi possono chiamare, o io rispondere!
Il mio modo di essere un po’ orso deve restare in valigia, la mia voglia di dire sempre cosa penso pure!
Mi morderò lingua e guancia sia in senso metaforico che fisico per una buona parte del viaggio, ma l’equilibrio, piano piano arriva.
Sono “instabile“, ma resto in piedi, giorno dopo giorno riesco a calibrarmi, a tenere il passo nel gruppo del gruppo, non è semplice spiegarlo, ma ogni giorno trovo un po’ più di stabilità, un equilibrio in bilico sul precipizio, ma comunque equilibrio.
Essere tour leader per me vuol dire dare la mia capacità di pianificare e organizzare e prendere in cambio la capacità degli altri di condividere tempi e spazi.
I miei compagni di viaggio sono splendidi, molti di loro mi assecondano e mi aiutano con gesti gentili, parole carine e mi lasciano fare lunghe docce.
Queste sono cose che fanno la differenza, credetemi!
I poveretti che hanno diviso la stanza con me si sono trovati un cadavere nel letto, morivo appena toccavo il cuscino con buona pace del mondo intero.
Restavo in coma fino al mattino, ma almeno non russavo.
E quanto torna a casa il tour leader?
Quanto sono tornata a casa mi sono sentita profondamente sola, inutile e incredula che il silenzio tanto desiderato, fosse in realtà così detestabile.
Sono tornata da 4 giorni e già sto pianificando il prossimo viaggio con il prossimo gruppo, è incredibile come certe cose ti entrino dentro e ti cambino, o meglio mutino la percezione del tuo prima piccolo mondo…
Ora questo mio mondo ha 11 visi nuovi, qualcuno più nitido di altri, ma comunque 11 nuove vite arricchiscono un po’ la mia.
“Le cose facili le sanno fare tutti…le sfide vere sono solo per chi le sa vedere e affrontare…come quando sei in un campo e nascosto tra l’erba secca trovi un fiore, se lo hai trovato è perché hai saputo guardare dentro…ora hai un nuovo fiore nel tuo bouquet! ” (Cit. Sarah)
Vorrei non lasciarli mai andare, perchè sono stato “il primo gruppo” che non si scorda mai, volenti o nolenti hanno vissuto questo mio “primo passo“, ne sono stati testimoni inconsapevoli e elementi importanti di una crescita appena agli inizi…
Vorrei che diventassero e restassero amici, quelli che chiami quando in viaggio ti fanno disperare, quando la sera hai solo bisogno di qualcuno che ti dica: “sei stata grande oggi, è andato tutto bene”.
Perchè qualche sera, in questo viaggio, ho scritto a chi lo scorso anno mi ha guidato… ho scritto a chi mi conosce da una vita… avrei voluto urlare e chiudermi in camera, ero stanca e stravolta, ma alla fine il gruppo, questo gruppo c’era… una parola carina, quattro chiacchiere, una bibita fresca e una valigia esplosa sul pavimento, ma anche un fon passato di mano in mano…
Ognuno di loro è stato fondamentale per la riuscita del viaggio, ha messo la sua spontaneità e il suo entusiasmo, per questo li ringrazio!
Ma, il tour leader quando torna a casa vuole solo ripartire e rimettersi alla prova!
Next Stop?
Il 16 settembre, preparo una nuova cartellina, sistemo le nuove prenotazioni e mi preparo al nuovo gruppo, destinazione Irlanda. Vieni con me? Qui il nuovo itinerario.
Trovi tutte le indicazione dei miei prossimi viaggi qui su www.vagabondo.net ma anche sulla mia pagina FB
17 commento
Sei riuscita a trasmettermi le tue sensazioni, il tuo stato d’animo. Leggendo mi sono messa, riga dopo riga, nei tuoi panni. Forza Sandra, adesso è tutto in discesa… O quasi ?
E’ stata proprio una bellissima esperienza, ora sarà in discesa come dici tu: quasi!! Ma ne vale la pena assolutamente. Sono contenta che si sia capito e sia arrivato il mio stato d’animo e quello che ho provato perchè è stato intenso!
Tutti i viaggi cominciano con un primo passo… l’importante è farlo! E tu l’hai fatto benissimo 😉
Eh eh! Ora se l’ho fatto benissimo non so, ma sicuramente è stato importante e impegnativo.
Mi piacerebbe fare meglio di volta in volta… quindi per la prossima meta qualcosa già posso modificarlo
Ti capisco perché anche io al posto tuo sarei stata in ansia prima di partire, e poi anche durante il viaggio per il timore che qualcosa potesse andare storto. Il tuo è un ruolo difficilissimo: oltre a dover fare in modo che il programma venga rispettato, che tutti ti seguano senza perdersi per strada ecc, devi anche sperare di trovare delle persone carine e gentili.
Secondo me in Irlanda sarai anche più rilassata dato che ormai “il peggio” è passato.
Buon viaggio ?
Bisogna avere 100 occhio per poter essere pronti a tutto cercando di non dover fare il poliziotto cattivo, comunque il gruppo è fondamentale e questo andava alla grande.
In Irlanda farò tesoro di quello che non ho trovato corretto i Portogallo e mi calibrerò meglio, cercando di diminuire le ansie.. vedremo!
Grazie! ❤️
Ciao Sandra,
Mi ha fatto piacere leggere di questa tua esperienza. Ne hai scritto in modo molto personale, trasmettendo le vere emozioni del tour leader. Ti confesso che mi interesso di viaggi e sto valutando per il mio futuro di poter diventare guida o accompagnatore turistico, anche se non conoscevo quest’altra figura professionale. Potresti spiegare meglio quando dici che il leader dovrebbe essere percepito come parte del gruppo? Quali sono le sue responsabilità?
Grazie e saluti,
Fiorella
Ciao Fiorella!
Allora il tour operator per cui sono stata selezionata come tour leader (viaggio alla pari, non sono dipendente) ha come filosofia quella di far viaggiare i gruppi con una persona di riferimento, ma che fa parte del gruppo stesso. Io mi occupo di prenotare le sistemazioni fuori quota e valutare alternative o aggiunte al programma per arricchire e personalizzare così l’esperienza del gruppo. Durante il viaggio tiro un po’ le fila per non disperdere tempo e risorse.
Sono una sorta di compagna di viaggio che sa dove dormire, cosa vedere e dove mangiare 🙂
Spero di essermi spiegata.
Anche a me piacerebbe comunque poterne fare una lavoro vero… vedremo!
Inoltre grazie per essere passata.
A presto
[…] […]
Ciao, che bello questo raconto, molto interessante. Mi piacerebbe fare un’esperienza simile di lavoro. Scusa la domanda, ma serve un patentino per farlo? Anche all’estero? Sono molto interessata, e conosco ben poco. Credo che il requisito fondamentale sia la pazienza e la disponibilità verso il gruppo, e sicuramente sapranno ricambiarti. 😉 continuo a leggere le tue avventure. a presto!
Magari bastasse quello, comunque è sicuramente indispensabile la pazienza! Allora io non ho nessun patentino perché viaggio alla pari per un tour operator che non richiede nulla, ma una sua selezione.
Che forte quest’articolo, ho conosciuto qualcosa di te e cosa fà un tour leader. Mi ero informata qua e là perché è una cosa che mi piacerebbe fare ma leggere dalla viva voce che vive questa esperienza ha un’altro sapore. Sicuramente leggerò anche gli altri racconti. Brava Sandra!
grazie Rosy!! e si, diciamo che fascino del tour leader mi ha fregata, dal vivo è molto molto più impegnativo, ma da grandi soddisfazioni..
Hai descritto benissimo cosa significa essere Tour leader. Un mestiere duro e non adatto a tutte, ma che regala soddisfazioni immense. E proprio come hai detto tu, per quanto si possa essere orse, una volta tornate a casa ci avvolge a sorpresa quel senso di vuoto, di mancanza, ci si sorprende a rimpiangere ogni singolo momento dell’avventura e subito si desidera l’adrenalina di una nuova tappa. E via verso altri posti! Complimenti!
Ps: con il dettaglio delle lunghe docce mi hai fatta proprio sorridere 🙂
Infatti non vedo l’ora di ripartire, questa volta andrò in Giappone, sono in astinenza da gruppo. Spero che sia un’esperienza incredibile come le prima due, ma se così non sarà farò tesoro di ciò che mi succederà.
Mi piacerebbe farlo diventare un lavoro vero, chissà…
Mi sembra che tu sia sulla strada giusta ^_^
Ma grazie!!!