Ecco a voi una guida che possiamo chiamare: “sleeping bus istruzioni per l’uso“, perché non è qualcosa da prendere alla leggera.
Cos’è e quanto costa?
Partiamo dalla base cos’è uno sleeping bus?
Una sorta di ostello su ruote dove trovano posto 38 anime disperate in cerca di una notte di sonno, mentre si spostano per centina di km.
Nulla che vedere con l’harrypottiano Nottetempo, più che altro un carrozzone alla Moira Orfei con tanto di lucette psichedeliche che ti conciliano il sonno come una serata in discoteca.
E’ un bus come tanti, ma la suo interno non troverete le due classiche file di sedili reclinabili, ma tra file (su due piani) di “capsule” per dormire.
Ci si tolgono le scarpe prima di salire e si prende posto in queste sorta di sdraio, si può scegliere il posto, tenete conto che non sono spazi enormi, solitamente anche la lunghezza è scarsa.
Io, lo zainetto e le scarpe non ci stavamo proprio comodi.
Vi viene fornito un cuscino e una coperta, che dovrete riuscire a gestire insieme al resto del vostro bagaglio, tranquilli in qualche modo troverete il giusto incastro.
Mi raccomando usate pantaloni con un buon grip, se no alla prima frenata vi troverete accartocciati nel fondo del vostro loculo.
Il costo di questo mezzo è davvero competitivo si parla di 16/20 dollari anche per più di 500 km, inoltre risparmierete la notte in hotel.
Ci sono anche dei biglietti open che seguono delle rotte un po’ come i bus turistici, si può salire e scendere a piacimento; queste rotte sono consigliate quando ci si sposta da nord a sud e viceversa, per tutta la lunghezza del Paese.
Un vero affare, almeno sulla carta, ma datemi retta, non è certo una notte da ricordare.
Io e lo sleeping bus: atto primo
Le comiche
In Vientam è uno dei mezzi più usati per spostarsi lungo il Paese, quindi non potevo esimermi dal provare questa cosa: destinazione Phong Nha, tempo di percorrenza 7 ore, km pochi per giustificare un tempo del genere, costo 18 dollari.
Sono partita da Ninh Binh alle 21 di sera circa, trovando posto in uno dei “loculi” in fondo, fila centrale, ho sistemato tutto per bene e siamo partiti.
La prima cosa che ho notato, oltre a non potermi girare come volevo, era che i “sedili” sono in finta pelle, quindi scivolosi e i miei pantaloni tecnici decisamente inadatti.
Ad ogni frenata mi trovavo le ginocchia in bocca, così ho fatto i muscoli dei polpacci tutto il viaggio, mantenendo una posizione in “frenata”.
Io che per dormire ho bisogno di buio e silenzio, avete presente come ho dormito?
Bhe, nonostante i pronostici mi dessero spacciata, sono riuscita a schiacciare qualche pisolino, la mascherina dell’aereo ha aiutato, così come la stanchezza e i km fatti.
A due ore dall’arrivo previsto però ho iniziato a soffrire un po’ la situazione, controllavo google maps contando i km alla meta che, per fortuna è arrivata con un’ora d’anticipo!
Gaudio e giubilo quando sono riuscita a staccarmi dal mio loculo, rimettermi in piedi e sentire di nuovo il sangue scorrere nelle vene.
Io e lo sleeping bus: atto secondo
La commedia romantica
Non contenta della prima esperienza perché non farne una seconda (ne seguirà una terza?)?
Questa volta è in diurna, quindi la necessità di dormire passa in secondo piano e affronto l’avventura con più entusiasmo.
Paga della prima esperienza decido di prendere posto nei tre “letti” del fondo, io e la mia amica prendiamo possesso con grande entusiasmo, sperando che siano più comodi.
Io sottovaluto il sole sui finestrini così dopo poco torno nei loculi classici, ma lato finestrino: la svolta!
Mi rendo conto che posso sistemarmi molto meglio, adagiarmi al finestrino è meglio che ai maniglioni della fila centrale e pantaloni scelti frenano il giusto.
Ho trovato il giusto compromesso!
Il viaggio, seppur più corto va decisamente molto meglio, riesco a riposare, incredibile e arrivo a destinazione bella pimpante.
Io e lo sleeping bus: atto terzo
La tragedia
Ultimo viaggio in sleeping bus per questo road trip vietnamita e va in scena la tragedia, o meglio il dramma, velatamente annunciato visto che la destinazione si trova in montagna.
Decido di prendere posto in fondo, con la mia amica prendiamo nuovamente possesso del “lettone”, non c’è sole a dare noia questa volta, altro viaggio comunque in diurna.
Tutto procedere benissimo, su questo ci danno anche cibo e acqua, fanno soste ad improbabili autorgill e l’aria condizionata è perfetta ma…
Ma iniziata la strada in salita, curva contro curva, lo Stelvio è un principiante, e dopo una decina di km l’aria condizionata viene spenta se no il pullman non riesce ad arrampicarsi lungo la tortuosa strada.
Da qui in poi sarà una tragedia, gente che vomita e sta male, io che cerco di non cedere alla disperazione, mi devo sedere.
Non ci sono pantaloni che tengano, mi aggrappo alla scaletta, sguardo in avanti e prego di arrivare in cima prima di regalare a mia volta la colazione ai posteri.
Il pullman di tanto in tanto sorpassa, strombazza, inchioda, arranca e io sempre aggrappata, le nocche bianche e la fronte imperlata di sudore, ma non mollo.
Finalmente il co-pilota (o hostess che sia) capisce che deve riaccendere l’aria, perché non si respira, io tiro un sospiro di sollievo e cerco di capire quanto manca: 5km!
Arrivare a Sa Pa è stato come vedere la Madonna di Lourdes.
Sono scesa barcollando, incredula di essere viva e con tutte le viscere al posto giusto.
Concludendo: sleeping bus istruzioni per l’uso
Diciamo che se non avete problemi di mal d’auto è davvero un’ottimo modo per spostarsi in questo Paese, ma veniamo ai punti salienti.
- non è un hotel 5 stelle ma neppure una bettola
- vestitevi comodi e non scivolosi
- portate il minimo indispensabile, gli spazi sono davvero ridicoli
- se siete alti sarà un viaggio infernale
- scegliete i loculi in basso (meno aria condizionata) vi permetteranno di strabordare lungo i corridoi (vicino al finestrino top)
- se siete in due provate a prende i posti in fondo, comodi e senza loculo
- munitevi di mascherina se non amate le lucine colorate
- c’è un bagno, minuscolo, ma c’è
- generi di conforto sono ben accetti
Se seguirete queste semplici regole lo sleeping bus non sarà un problema, ma mi raccomando non sottovalutate questo modo di viaggiare, richiede un bel po’ di spirito di adattamento.
Spero che questa guida possa esserti utile, se vuoi sapere com’è andato il viaggio in Vietnam troverai, mano a mano, tanti nuovi articoli cliccando qui.
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Questo post partecipa al linky party di Pasta Pizza Scones viaggi da incubo.
La foto in evidenza non è mia e neppure corrispondente esattamente al vero, ma quella ho trovato.
22 commento
Mamma mia, un incubo Sandra! Passi per le prime due esperienze, ma l’ultima 😲 Non so se avrei il coraggio di provare uno sleeping bus anche perché la cosa del bagno piccolissimo mi spaventa non poco: se so che è difficile avere accesso a un bagno, allora è certo che dovrò fare la pipì ogni dieci minuti!
Anch’io sono come te, più so che è complicato andare in bagno e più mi scappa, ma devo dire che non ho avuto alcun problema, comunque il bagno è usabile, anzi pulitissimo. Però l’ultima esperienza è stata davvero allucinante, per fortuna al ritorno abbiamo usato un vip bus quindi seduti e non sdraiati ed è andata molto meglio.
Io ho fatto molti viaggi in Sud America con gli sleeping bus e sono sempre stata mediamente bene. Solo in uno (dal Chiapas a Puerto Escondido in Messico) ho vissuto dei momenti molto intensi per via di curve e balzi in ogni dove. Una bella avventura, non c’è che dire.
Se uno non soffre credo siano davvero un’ottima cosa, io soffrendo e non riuscendo a dormire ovunque non posso dire che siano una buona alternativa all’hotel. Comunque sono sopravvissuta alla grande!!
Una cosa stranissima ma geniale allo stesso tempo! Non avevo idea che potesse esistere qualcosa del genere 😉
sicuramente una grande idea, un po’ da limare, ma ottima! 😛
Direi un’esperienza davvero intensa, una di quelle situazioni che potrai raccontare anche dopo anni. Non so se io ci riuscirei, o meglio, per me sarebbe abbastanza impegnativo dormire in una situazione come quella.
nella vita bisogna provare il più possibile, quindi non potevo certo farmi mancare lo sleeping bus! Ma come avrai letto ho dormito poco o nulla a dire il vero 😛
Forte questo post. Non sapevo esistessero questi bus così particolari. Non credo che li prenderò mail, ma sapere che esistono mi ha comunque arricchito. Credo che mi rivenderò questo informazione prima o poi.
Puoi raccontarla come una storia di gente pirla 😂 comunque almeno una volta nella vita va fatto!
🙂
Mamma mia che esperienza! Certo, la strada in montagna con curve e tornanti non ha aiutato nell’ultima tappa. In ogni caso non so se li prenderei, magari solo per un tratto breve e durante il giorno perché so già che di notte in quelle condizioni non riuscirei mai a chiudere occhio.
Sono come te, ho problemi di dormire ovunque, ma ripeto è un’esperienza formativa 😀
Sono sicuramente dei mezzi furbissimi ma non ci salirei neanche se mi pagassero!
Io adoro viaggiare ma il confort per me è al primo posto… Ovviamente viaggiare come dico io costa ed è il motivo per cui a malincuore rinuncio a molte destinazioni perché diventano supercostose ma per me un viaggio deve essere anche una vacanza piacevole non una tortura!
Poi, certo, se avessi una colonna vertebrale più sana e un compagno di dimensioni più contenute magari sperimenterei di più ma vista la situazione devo accontentarmi!
Il bello del Vietnam è che puoi girarlo anche in treno e non costa molto di più oppure coi Vip Bus, con grandi e comode poltrone! In qualche modo si ce la si fa sempre!
Caspita Sandra mi hai aperto un mondo! Allora, premetto che bus e pullman sono i mezzi che mi fanno più paura in assoluto, però cavolo per quando si viaggia low budget è una scoperta! tralasciando la questione scivolamenti, loculo corto, bagno piccolo… ecc. ahahaha!
Un mondo complicato, ma un mondo utile! Comunque ci vuole un po’ di pratica e si viaggi alla grande, o per lo meno si arriva a destinazione non proprio distrutti 😀
Sai che anche a me è venuto subito in mente il Nottetempo nel leggere il titolo? Peccato sia una cosa completamente diversa! (Se davvero inventassero uno sleeping bus così, ma con i letti fissi, mi ci fionderei!)
Comunque, che esperienze terribili! Io soffro molto il pullman (nonostante lo prenda ogni santo giorno per andare al lavoro), e se un autista è più audace del solito mi viene subito la nausea. Non potrei mai prendere questo mezzo infernale, mi viene male solo a pensarci! Complimenti per il coraggio e la fermezza… io al tuo posto non credo avrei tanta voglia di parlarne. 🙁
Ciao Jessica! Guarda quando sono in viaggio cerco di viverlo al massimo e mi lancio in imprese che a casa non farei mai. Sicuro il nottetempo sarebbe il top! 😍
Ti capisco, e fai bene! 😀
Ho provato lo sleeping bus in Malesia, Thailandia e Vietnam, ma in Malesia è stato un vero e proprio viaggio da incubo con l’autista ubriaco, mentre in Thailandia per recuperare il ritardo ci aveva scaricato a uno svincolo autostradale dove c’erano un paio di tassisti. A parte queste disavventure potrebbe pure essere un comodo mezzo di trasporto 😉
Anch’io in Malesia ho beccato un pazzo al volante.. un viaggio da incubo peggio delle sleeping bus!