Il post che segue è un regalo di Consolata (di Unicamente) che al mio grido d’aiuto davanti al blocco dello scrittore, ha pensato di insegnarmi questa tecnica di ragionamento e, nel mio caso, di scrittura che prende forma dalla teoria dei sei cappelli per pensare.
Vi lascio così alla sua spiegazione che da il via ad una nuova rubrica che si chiamerà: Viaggiare a Colori!
La teoria dei sei cappelli per pensare
Non c’è che dire: capita anche ai migliori.
Ebbene sì, anche ai migliori viaggiatori, ai migliori blogger, ai migliori scrittori capita prima o poi il giorno in cui arriva la cosiddetta “paura del foglio bianco”. Già, perché si ha sempre l’impressione – leggendo in rete – che oramai sia stato detto tutto.
È una vecchia credenza, perché basta conoscere la storia e comprendere che ogni epoca si sia lamentata di questo. Eppure, sappiamo, che così non è.
Per chi viaggia e scrive molto, poi, l’impressione si accentua; anche visitando i luoghi più incantevoli sembra di scrivere sempre le stesse cose; beh, se questo si limita nel dare singole informazioni, non posso dar torto.
Conosco Sandra da un po’ di tempo e so che di questo ne è molto consapevole; sente la sua responsabilità come blogger ed è sempre alla ricerca di nuove idee. Lei non si arrende mai e vuole andare oltre; così qualche giorno fa mi ha chiesto un parere in proposito ponendomi questa domanda:
Come posso esprimere al meglio in un articolo le mie percezioni e sensazioni dopo un viaggio e che queste siano in armonia con il mio blog?
Mai più vera e azzeccata in questo contesto, la famosa frase di Proust: “il vero viaggio di scoperta non consiste nel trovare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi“.
Inizialmente avevo pensato ai colori e alla loro interpretazione psicologica; ma sarebbe stato riduttivo per alcune destinazioni perché sappiamo essere poliedriche e policromatiche.
Poiché personalmente sono una sostenitrice e promotrice del pensiero critico e dello sviluppo del benessere sostenibile, penso che un articolo sia tanto più valido quanto più contribuisca a produrre idee nuove.
Se si pensa sempre nello stesso modo, i problemi si affrontano sempre nello stesso modo sarà difficile apportare dei cambiamenti o percepire le cose in modo differente.
Così mi è venuto in mente un approccio che spesso si usa nelle riunioni quando si fa brain-storming: la tecnica dei sei cappelli per pensare (Edward De Bono).
Ciascuno di noi ragiona con la propria testa e lo fa in base alla propria indole.
Quindi la tecnica consiste nel mettersi a rotazione un cappello di colore diverso (in senso anche figurato) e iniziare a pensare con un’altra testa:
- bianco, come il ragionamento analitico, imparziale;
- rosso come la passione, le emozioni;
- nero, come il pessimista, la critica costante, i lati negativi;
- giallo come il sole, come l’oro le eccellenze e i lati positivi;
- verde come la natura, idee fresche, miglioramenti e, perché no, anche in armonia in l’ambiente;
- blu come il cielo sta in alto sopra a tutti… sono le conclusioni, la visione dell’insieme.
Penso che questa tecnica possa essere quanto di meglio e di più azzeccato: Sandra è un’ottima osservatrice e sicuramente la sua esperienza di viaggiatrice le consentirà di poter sviscerare tutti questi aspetti dei luoghi che ha visitato e che visiterà.
Buona lettura.
6 commento
Questa tecnica non la conoscevo affatto. Io me ne sono inventata una tutta mia che nei momenti di vuoto, funziona abbastanza, però voglio provare anche questa. Grazie!
Io ho appena iniziato grazie a Consolata, a breve il primo post scritto con questa tecnica, vediamo se può essere qualcosa di diverso e innovativo anche per chi legge!
Conosco molto bene la tecnica dei sei cappelli per pensare di De Bono. La usavamo in azienda durante i meeting per studiare nuovi prodotti assicurativi. Ma non avevo mai pensato di applicarla nella scrittura di un post di viaggio. E’ un ottimo stimolo. Grazie.
Per me era una novità! Ora vedrò di applicata ad altre destinazioni, perché mi fa guardare con occhio diverso il posto visit
Ma è bellissima questa cosa! La voglio usare anche io!! Interessante questa teoria… Incredibile come basti semplificare il nostro pensiero per renderlo, paradossalmente, più ricco e produttivo. Io, in questi giorni, indosso un cappello nero. Anzi, grigio. Vorrei passare al rosso e spero nel più breve tempo possibile. Bellissimo spunto davvero
é un bel modo di pensare e ragionare e mi piaceva l’idea di adattarlo ai luoghi. Per quanto mi riguarda anch’io indosso un bel cappello nero, ma mi piacerebbe che diventasse blu….