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Dopo un ora di ritardo sono arrivata a Bruxelles per mezzo giorno, 10 minuti di treno e 5 minuti a passo svelto e ho raggiunto il mio ostello dove mi aspettava la mia camera singola con bagno, iniziano così i miei quattro giorni in Belgio in solitaria.
In realtà il viaggio doveva essere in compagnia, ma Sarah ha avuto qualche problema di salute e quindi ha rinunciato, lasciandomi sola in questa esplorazione, infatti era la mia prima volta in questo Paese.
Non avevo ben chiaro cosa avrei visto, fatto e incontrato, perché in quest’ultimo periodo ho avuto davvero tante cose per la testa, la guida era li, sul comodino, intonsa.
Ho dato una lettura veloce il giorno prima di partire e poi in aereo, diciamo che questo denota che la destinazione è assolutamente semplice da gestire, ma non economica, quindi scordatevi i 50 euro di Sofia!
Dove ho alloggiato e mangiato lo trovate nelle mie pillole, quindi vi rimando li, per il resto invece, non vi resta che continuare la lettura di questo post.
Bruxelles
I dintorni dell’ostello: Grand Sablon
Come detto in precedenza non ho alloggiato propriamente in centro, ma nel quartiere degli artisti e dei mercatini dell’usato: il Sablon.
Trattasi di un altro punto nevralgico della città e quindi caratterizzato da ristoranti, locali, boutique di lusso, ma anche concept store (come quello della mia ultima colazione) e ristoranti vecchio stile.
Non vi limitate alla via in salita appena dietro all’ostello, ma fate un giro della piazza e delle viette tutto attorno e troverete ciò che fa per voi, pance comprese.
Troverete anche tanti murales, alcuni in stile comics davvero ben fatti, altri più classici ma di grande effetto davvero.
Unico neo di questo posto: è in salita!
Atomium
Dopo questa doverosa premessa sono partita alla scoperta della città passando per il Manneken Pis e poi la Grand Place (dove ho mangiato un boccone), ma la mia destinazione finale era l’Atomium, che è un po’ fuori dal centro.
Vista la giornata splendida ho preferito incamminarmi subito verso questa destinazione.
Come arrivare al Atomium e cosa vedere
Si arriva agilmente con un cambio rapido di tram se non volete camminare molto, io ho preso la metro 1 e poi sotto al padiglione cinese ho cambiato e preso la linea che porta allo stadio Eysel, usando lo stesso biglietto.
Da qui camminate in discesa per un centinaio di metri ed eccovi davanti al grande e lucidissimo atomo.
Arrivare con il cielo che lentamente si tingeva di rosso è stato davvero magico seppur si parli un qualcosa di estremamente moderno e asettico.
Al suo interno ci sono mostre permanenti e non, ma io non avevo voglia di entrare così mi sono goduta questo insolito tramonto, ma se voi volete fare la visita completa, vi lascio il loro sito.
Per il ritorno, non date retta ai tranvieri che vi diranno di fare giri assurdi, rifate come all’andata e il gioco è fatto!
Il Padiglione Cinese e il Museo di arti orientali
Prima ho nominato il padiglione Cinese che si trova sulla strada per l’Atomiun, purtroppo è tutto chiuso e in stato di abbandono così come la pagoda (enorme) e quello che era il museo delle arti orientali.
Io mi sono fermata perché curiosa di vedere queste costruzioni, così fedeli a quelle originali, peccato che il parco che le circonda, verso sera non è il massimo se siete soli, in caso contrario invece concedetevi qualche minuto per le foto, inoltre i giardini dall’altro lato della strada devo essere magnifici.
La Grand Place e il centro storico: colori, luci e musica
Poi per le 17 mi sono trovata di nuovo nella Grand Place e, per puro caso ho potuto assistere ad uno spettacolo di luci e musica incredibile!
Ero letteralmente rapita al centro di questa piazza davvero stupenda, scintillante e gremita di gente senza parole.
Non si sapeva più da che parte guardare, mentre sulle note della musica incalzante, le case cambiavano colore e luce.
Da qui sono ripartita e sono arrivata fino ad un lunga galleria dorata che ha sua volta a preso vita, di nuovo suoni e luci.
Molto molto soddisfatta dei miei 14 km ho deciso di tornare verso l’ostello, ma vista la stanchezza ho tirato dritto fino ad una birreria e qui mi sono accasciata sul divanetto in attesa della mia cena a base di cozze e patatine.
Il pranzo mi aveva soddisfatto poco, ma con la cena mi sono rifatta alla grande.
Ok, ordinare acqua o Coca-Cola non è il massimo, ti guardano come se fossi un alieno, ma tant’è, ormai ci ho fatto l’abitudine.
A letto presto? Assolutamente si, ma prima mi sono dovuta fare il letto.
Visiterò i mercatini la domenica, durante la mia ultima giornata a Bruxelles.
Gent
I quattro giorni in Belgio sono partiti davvero bene, ma il secondo giorni decido di andare alla scoperta di Gent (Gand), che si raggiunge in circa 40 minuti di treno dalla Grand Central di Bruxelles.
Il biglietto non è proprio a buon mercato, ma sempre meno che quello per Bruges che farò l’indomani, sfruttano lo sconto del 50% del biglietto weekend. Parto alle 9:40 circa non troppo presto, perché freddo e sopratutto le attrazioni non aprono esattamente all’alba.
Arrivata alla stazione, per arrivare in centro si può prendere un comodo bus (si può fare anche una passeggiata se avete tempo) che vi porterà nel cuore di questa meravigliosa cittadina.
Io sono scesa a pochi passi dal castello e ho gironzolato senza meta tra le viette acciottolate, perdendomi a fotografate porte colorate e decorate.
Il quartiere che ho preferito è Patershol: ci sono negozietti interessanti, caffetterie molto hipster e case dalle finestre decorate.
Bruges
L’ultima tappa del mio viaggio nelle Fiandre è stata la cittadina di Bruges, che ho raggiunto in treno da Bruxelles sfruttando lo sconto weekend.
Ci vuole un’ora e mezza circa di viaggio, si passa da Gent e poi si prosegue ancora nel bel mezzo della campagna belga.
Per raggiungere il centro dalla stazione si può tranquillamente fare una passeggiata, perché è davvero vicinissimo, io però ho approfittato dei bus perché quel giorno erano gratis e visto che ancora non volevo sforzare le mie ginocchia ne ho approfittato.
Sono scesa subito nella piazza principale (Market Plaza) dove era tutto ingombro da bancarelle di cibo e souvenir natalizi, quindi le facciate colorate delle case perdevano un po’ di fascino, purtroppo i mercatini di Natale, come credo di aver già detto, hanno rovinato un po’ l’atmosfera.
Comunque, visto che sono arrivata prima delle orde dei turisti, ho deciso di fare subito il giro dei canali in barca, così mi sono diretta all’imbarco della Przystań Bootexcursies che si trova Steenhouwersdijk (il nome della via è impronunciabile).
Il giro è molto carino, anche se in dicembre decisamente gelido, ma vi permette di conoscere la città da questa inconsuete prospettiva, inoltre il barcaiolo vi racconterà aneddoti e curiosità dei vari palazzi che affacciano sui canali.
Dopo aver finito il giro ho ripreso il bus e mi sono diretta verso a nord (Koeleweimolen) per vedere i mulini a vento che si trovano lungo uno dei canali esterni.
Qui è anche bello vedere il ponte che si apre per far passare le chiatte, poi seguendo il canale lungo un bel parco potrete ammirare 4 maestosi mulini a vento, un po’ diversi da quelli tipici olandesi.
Sono così tornata verso il centro, questa volta a piedi e ho scoperto qualche vietta molto carina lontana dal caos dei mercatini natalizi e i pullman di turisti.
Se volete sapere dove ho mangiato non perdetevi le mie pillole, li trovate sempre tutti gli indirizzi.
Ho poi passato il resto della giornata passeggiando qui e la, cercando di avventurarmi verso posti poco affollati e sbirciando nelle vetrine di negozi particolari e pieni di oggetti curiosi.
Al calar del sole, sono tornata a piedi in stazione e sono ripartita per Bruxelles.
Ma manca un giorno?!
I miei quattro giorni in Belgio in solitaria finiscono infatti a Bruxelles durante una manifestazione, con cariche della polizia e lancio di lacrimogeni, ahimè succede anche questo.
Io ho cercato di tenermi comunque alla larga, andando dalla parte opposta della marcia, ma ho comunque dovuto rivedere i miei piani, raggiungendo l’aeroporto molto prima del previsto perché da una certa ora i convogli sarebbero stati dedicati ai manifestanti, quindi non utilizzabili.
E per finire…
Quattro giorni in Belgio sono sufficienti solo per una toccata e fuga, ma si riesce ad avere un’idea di cosa ci sia da vedere magari in una permanenza più lunga.
Sicuramente poter affittare un’auto permette di andare fino sull’oceano ed esplorare i villaggi sparsi qui e la, ma devo dire che i collegamenti in treno non sono niente male, forse un po’ cari, ma sfruttando i pass per il weekend o quelli per turisti si riesce comunque a non spendere un fortuna.
Non consiglio di andarci nel periodo di Natale, perché gli innumerevoli mercatini, un po’ tutti uguali, oscurano il fascino delle facciate delle case tradizionali e soprattutto c’è davvero tantissima gente.
Credo che il periodo migliore sia la primavera o l’autunno, quando il clima è più mite e si può godere degli spazi all’aperto.
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