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Nuova settimana di questa vita irlandese che, come al solito, porta con se sempre qualche nuova avventura, infatti l’Irlanda si insinua sotto pelle, giorno dopo giorno.
Mentre il tempo regala giornate quasi primaverili, a scuola faccio progressi, riesco ad esprimermi con una certa scioltezza anche se, di tanto in tanto, faccio qualche strafalcione, ma ci si capisce e questo per è fondamentale.
La mia vita sociale è sempre più impegnativa, i rapporti cominciano ad essere più stretti, ci sia scambiano numeri e le pause sono sempre troppo brevi per contenere le chiacchiere.
E’ strano quando vai da Starbuck e incontri qualcuno che conosci, come se fosse casa tua, o ti fermi per strada a fare quattro chiacchiere con il compagno di classe.
Questa è sicuramente la settimana dei consolidamenti, della presa di coscienza di non essere qui da sola, ma di trovarmi in una città con amici che stanno vivendo la mia stessa, intensa esperienza, sentirsi meno soli lontano da casa è incredibile.
Ma questa è anche la settimana dei primi saluti, dirsi addio comincia ad essere una cattiva abitudine.
I primi saluti: il lato più difficile di questa esperienza
Peccato che in queste situazioni ci sono anche gli addii, infatti questa è l’ultima settimana per Michela, la ragazza italiana mia compagna di classe, mi spiace tantissimo non averla più qui, ma prima della sua partenza, ne approfittiamo per un fish & chips al Dockyard n.8 e per la gita a Powerscourt (qui trovate i dettagli).
Poi arriva di nuovo il weekend, sono le giornate davvero più impegnative perchè avendo più tempo riesco a spostarmi un po’, così questa volta, rimasta da sola, decido di andare a Malhaide e poi a Howth.
A nord di Dublino: esplorazioni da weekend
Malhaide
Prendo la DART e mi dirigo a nord, sono entrambi i due capolinea opporti a Greystones.
Arrivata a Malhaide mi dirigo al castello, che dista circa un km dalla stazione, si passeggia in un parco lussureggiante e con vari sentieri e attività sportive per tutti.
Decido di dedicarmi alla sola visita dei giardini perchè ho letto in più guide e blog che l’interno del castello non è molto interessante.
Anche qui come a Powerscourt, nonostante la stagione poco adatta a fiori e fronde lussureggianti, i giardini sono comunque incantevoli, il verde dei prati, il luccichio delle goccioline d’acqua che scivolano lungo le foglie e i fili d’acqua, mentre il sole fa capolino tra le nuvole nere.
Inoltre mi sono ritrovata in una serra, in stile liberty, circondata da farfalle variopinte e dalle grandi ali! Adoro le farfalle!
Finita la mia visita, torno alla DART e prendo il treno per tornare verso la stazione che funge da nodo di raccordo e mi appresto ad aspettare il treno che mi porterà al prossimo capolinea.
E secondo voi: quanto tempo sono rimasta li ad aspettare? 35 minuti!!
In una stazione senza nulla, insomma il mio solito amato stop nel niente assoluto, il tutto condito da un vento assassino, adoro le mie costanti! Si certo, come no!
Howth
Arrivata finalmente a destinazione, senza aver perso parti del mio corpo per il gelo, mi rimetto a camminare, decisa di arrivare al faro che si trova dietro al promontorio, ma questa spedizione sarà vana, infatti finisco in un pub, mentre l’Irlanda del rugby ci sta asfaltando...
Decido di tenere un profilo basso, mi siedo e mi gusto un piatto di pesce da leccarsi i baffi, sontuoso e delicato, insomma una goduria.
Mi giustifico per la mancata camminata: fa freddo, la luce non è il massimo per le foto, tornerò.
Il ragazzo del treno e la musica irlandese
Infatti è tardi e devo tornare a sud, così torno verso la DART e salgo a bordo, subito dietro di me sale un ragazzo con la chitarra e inizia a suonare e cantare: bravissimo.
Ci allieterà, quasi fino a Bray, passando da canzoni irlandesi alle hit del momento, insomma una colonna sonora davvero originale!
Incuriosita, in una pausa gli chiedo quale sia la sua storia, perchè ha la faccia di uno che ha una storia da raccontare, infatti ha vissuto in Australia per un anno dove, per caso, ha imbracciato una chitarra e ha capito di essere bravo.
Tornato in Irlanda ha continuato a suonare e cantare, ma gli piace farlo lungo il pontile a Howth e poi sul treno del ritorno verso casa, non lo fa per soldi, ma solo perchè gli piace.
Arriva alla sua stazione e scende, mentre la pioggia continua a cadere, lo saluto con la mano e, anche questo è dirsi addio…
Domenica tra amiche, cioccolate rosa e ristoranti italiani
Domenica inizia con calma, ho appuntamento all’una con Elisa che arriva da Dublino per una giornata di foto e chiacchiere.
Iniziamo con il classico brunch, nel mio locale preferito, si siamo andate anche questa volta a Dockyard n.8 e no, non è un post sponsorizzato!
Mentre ci mangiamo qualcosa di assolutamente sano e scenografico, Marco ci avvisa che ci avrebbe raggiunte, salvo neve… Neve?
Da li a qualche momento inizia a nevicare, con il sole!
Sconcertate decidiamo di allungare il brunch con chiacchiere e risate, ma quando vediamo che il sole prevale sulla neve usciamo finalmente a fare qualche foto.
Percorriamo tutta la passeggiate e arriviamo al caffè in fondo alla spiaggia dove decidiamo di fermarci, fa davvero molto freddo e così ci concediamo una cioccolata calda deliziosa e decisamente rosa! Infatti gustiamo la famosa cioccolata coi mashmallow rosa!
Il pomeriggio tra ragazze finisce qui, perchè ci raggiunge Marco, anche lui in cerca dello scatto perfetto, ma finiamo alla PorterHouse per una birra loro e una coca-cola io.
La mia quinta settimana però ancora non è finita, infatti la mia host family mi porta a mangiare in un locale che loro amano particolarmente: Casanova’s Wood Fired Pizza.
Ebbene si, è arrivato il momento del famigerato ristorante italiano dove il menù ha nomi italiani, ma i piatti sono qualcosa a metà strada tra una pasta di Gordon Ramsey e un intruglio magico di Harry Potter.
Sorrido, ringrazio per il pensiero e ordino una carbonara, chiedendo scusa al Dio che l’ha creata, sperando che non faccia troppo schifo.
Com’è andata? Bhe gli spaghetti c’erano, le uova pure e la pancetta anche, erano messe insieme a caso, ma si lasciavano mangiare, sorrido di nuovo e mangio.
Viaggiatori ricordatevi, se siete in ristorante “presunto italiano” ordinate qualcosa che contenga ingredienti che si possano trovare nei paraggi, perchè anche se la ricetta non sarà fatta ad hoc, sarete però certi di mangiare qualcosa di buono comunque.
Finisce così anche questa settimana che è anche un po’ il giro di boa di questa esperienza.
Siete pronti per conoscere il seguito? Allora restate sintonizzati!
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19 commento
Oddio Sandra io sarei morta in mezzo a tutte quelle farfalle e ti confesso che la foto mi ha spaventata non poco ? Ma a parte quello direi una settimana intensa!
Oh, ti fanno paura o schifo? Io trovo che siano bellissime ma non ti nego che un po’ schifo mi fanno!
Ahah anch’io non capisco perché le host families o gli amici/parenti all’estero debbano provare a cucinare o farci assaggiare piatti italiani rivisitati. Tipo mia suocera che fa il tiramisù con il rum invece del caffè 😀 com’è andato il rientro? 🙂
Hanno la perversa idea che noi non possiamo vivere senza pasta, cosa che ci riesce meglio che non mangiare le loro sperimentazioni! La mia host mum è una super cuoca, ma del loro cibo! Il rientro è stato traumatico…
Ciao Sandra! gli addi fanno sempre un pò soffrire ma chi l ha detto che non sono solo arrivederci?
lo spero tanto, perchè con alcune di questi amici irlandesi ho legato davvero molto..
Molto intenso di emozioni questo articolo, l’ho adorato
grazie! ne arriveranno altri, le avventure irlandesi da raccontare sono ancora tante!
Una settimana super densa!! Comunque anch’io dopo un mese di assenza dall’Italia mi sarei fatta tentare dalla carbonara, ti capisco!!
Ho cercato il male peggiore sul quel menu! 😀
Ottimo il suggerimento su come affrontare i ristoranti italiani all’estero! Io li evito come la peste, ma in un paio di occaioni erano italiani 100% e non mi era andata cosi’ male. Splendide le foto!
anch’io li evito, ma questa volta c’era poco da fare! Quindi mi sono lanciata nell’analisi prima di scegliere.. 😀
Grazie! io non amo molto le mie foto, abbiamo un conflitto noi!
Questa che stai vivendo è un’esperienza fantastica. Ho ricordi splendidi dei corsi di lingua all’estero e capisco la “tristezza” dei primi saluti ma in compenso stai vedendo luoghi davvero magici!
Devo dire che rispetto alle passate esperienze analoghe, questa è stata molto più forte, sarà che non sono più una ragazzina e quindi ci ho messo più testa.
Il tempo degli addii è sempre il più triste. Però è bello leggere tra le righe tutto l’entusiasmo che questa Irlanda ti ha regalato. Sarà dura tornare!
tornare è stato davvero difficile e lo è ogni giorni di più, ma almeno posso ancora scriverne!!
Salutare luoghi che ci hanno fatto emozionare è sempre difficile… però tornare a casa è sempre bello!
E’ sempre un peccato abbandonare i luoghi che visitiamo… anche le cose che magari ci infastidiscono (tipo il freddo o il cibo :p) alla fine ti mancano 😉
e’ proprio vero, le cose che sul momento sembrano le meno giuste, quando non ci sono più mancano anche loro!