Dopo avervi parlato di città più o meno grandi e più o meno caotiche, oggi ci spostiamo, vi porto infatti alla scoperta del Vietnam rurale fatto di risaie, corsi d’acqua formazioni carsiche e montagne.
Questo è un lungo articolo, ma potete muovervi usando il nuovo indice!
La regione di Ninh Binh
Lasciata Hanoi, con un simpatico bus sgangherato (si bucherà anche una gomma nel nostro viaggio), arriviamo a Ninh Binh un’anonima cittadina ai margini del parco di Tam Coc.
Primo giorno: Tam Coc
Qui lasciamo gli zaini e ci concediamo un pasto veloce in un ristorante locale consigliatoci dal nostro host. Ottimo cibo, ma ci vuole davvero un buono spirito di adattamento.
Rifocillate ci facciamo portare da un’auto alla partenza delle barche a remi di Tam Coc, ma prima abbiamo fatto una sosta per vedere una serie di templi e pagode arrampicate sulle pendici di una delle formazioni carsiche: Bich Dong Pagoda.
Richiede davvero poco tempo la visita, ma ne vale proprio la pensa.
Da qui siamo tornati nel centro di Tam Coc e abbiamo deciso di concederci una gita a bordo di queste imbarcazioni che vengono guidate da donne che remano con le gambe! Avete capito bene: con le gambe.
Il giro dura circa un’ora e mezza, ci su muove lenti in questa processione di barchette lungo un percorso che alterna viste mozzafiato e caverne buie e a filo d’acqua, tra picchi carsici e risaie.
Il giro mi è piaciuto moltissimo fino a quando la ragazza che “guidava” la nostra barca ci ha chiesto la mancia (consistente) e al nostro rifiuto ci ha quasi minacciato di lasciarci li in mezzo all’acqua.
Come rovinare una bella esperienza!
Io non ho battuto ciglio e le ho spiegando che sarei tornata a nuoto senza problemi e che la nostra intenzione di darle la mancia era stata vanificata dalla sua richiesta.
Preparatevi a queste discussioni, sono all’ordine del giorno!
Rientrate in hotel, studiamo con il signore gentile della reception un percorso per il giorno dopo e prendiamo una macchina per aiutarci nei vari spostamenti. E’ possibile optare anche per le bici, ma noi essendo in città eravamo distanti dal parco.
Il giorno seguente abbiamo seguito un itinerario molto fitto, soprattutto sotto un sole cocente, davvero impegnativo!
Giorno due: tra corsi d’acqua a pagode
Programma davvero fitto anche per questa giornata, prima destinazione il sito di Ecotourism Trang An Boat Tour.
Quindi si, avete capito bene, altro giro altra corsa in barca, questa volta divisa con due local che hanno pensato bene di tenere un ombrellino (a tratti due) aperto, quindi noi abbiamo fatto solo foto di fianco.
Qui abbiamo passato almeno 3 orette, tra navigazione e soste lungo il percorso (abbiamo infatti visto una serie di templi, pagode e il set dove hanno girato King Kong.
Diciamo che era una sorta di parco naturale con qualcosa di “aggiunto” ad hoc, dove il Vietnam rurale lascia il posto anche al finto…
Anche qui, purtroppo la rematrice non è stata molto simpatica, ma così come i due compagni di viaggio.
Scese dalle barche c’era il nostro autista, sempre carinissimo invece, peccato che una volta portati al ristorante ci mancavano i soldi e siamo dovute tornare al centro turistico per prelevare.
Da qui siamo partiti alla volta della Bai Dinh Pagoda, un incrocio tra un parco di divertimenti e un mega centro monastico!
Avete presente Gardaland? I suoi parcheggi? Uguale! Quando il Vietnam rurale lascia il posto al kitsch.
Una volta superato l’ingresso, si prende un pulmino (non andate a piedi perché è davvero lunga, fa caldo e una volta arrivati all’ingresso vi aspetta una lunga salita) che ci ha portato fino ad un altro imponente ingresso, da qui si snodano due lunghi porticati (uno a destra e uno a sinistra) che conducono fino al tempio sulla sommità.
Ricordatevi di portarvi dell’acqua perché non c’è possibilità di procurarsela durante l’ascesa al tempio e, nonostante l’ombra, il fresco è un’altra cosa.
Vale la pena arrivare fino al tempio del Loto d’Oro, ma se caldo e gambe non sono arrivati al limite continuate a salire.
Noi abbiamo fatto una deviazione per vedere la grande pagoda, ma diciamo che da lontano rende molto meglio.
Discendiamo dal portico di sinistra, stranamente deserto, ma molto suggestivo, il susseguirsi di statue del Buddha è incessante, sono tutte diverse per posa ed espressione.
Non so come mai, ma mi ha ricordato un po’ l’esercito di terracotta.
Io ero decisamente provata, tra il male alle ginocchia e la scottatura (nonostante la crema) non vi dico la gioia, così mi sono concessa un “delizioso” gelato al tiramisù.
Riprendiamo la nostra auto e facciamo un giro tra le risaie e i piccoli villaggi che punteggiano questa regione, il Vietnam rurale è davvero molto particolare, fatto di colori intensi, strade deserte e silenzio.
Arrivate ai piedi di Hang Mua abbiamo guardato il nostro driver e con occhi supplicanti abbiamo chiesto di riportarci in hotel.
L’idea di salire per più di 600 scalini ha fermato la nostra corsa alla scoperta dei punti principali di questo luogo, anche perché ci aspettava una notte in sleeping bus.
Phong Nha Park: pioggia e biciclette
Siamo arrivati in questo villaggio composto da una strada e null’altro in piena notte e subito ci siamo rese conto che non avremmo potuto vedere le grotte perché tutte le gite sarebbero partite da li a poche ore e andavano prenotate con anticipo.
Troppo stanche per reagire siamo andate a dormire, verso le 10 abbiamo realizzato che fuori il tempo era pessimo, piovigginava a tratti, quindi siamo uscite per una colazione e per capire un po’ cosa si poteva fare: bicicletta!
Abbiamo noleggiato due bici e siamo partite all’avventura, sotto l’acqua.
Pedalare senza meta tra casette sperdute nel nulla e una fitta vegetazione è stato divertente, ci ha permesso di uscire un po’ dalla dimensione turistica.
Tutto questo sempre sotto l’acqua battente.
Volevamo arrivare fino al Giardino Botanico, ma abbiamo desistito e siamo rientrate verso l’hotel.
Questa è stata una tappa un po’ così, dove l’unica cosa che ci ha consolato è stata una cena davvero succulenta al Phong Nha Bamboo restaturant, se decidete di avventurarvi fin qui prenotate l’escursione che vi piace di più con un largo anticipo.
Marble Mountains
Nella scoperta del Vietnam rurale ho deciso di dedicare un piccolo paragrafo a questo luogo mistico, sospeso (in tutti i sensi) tra le case un po’ fatiscenti della periferia di Danang.
Cosa sono le Marble Mountains?
Sostanzialmente una cava di marmo bianchissimo, che si eleva in questa pianura a ridosso del mare, ma della cava voi vedrete solo una grotta, ora trasformata in tempio, davvero suggestiva.
Noi siamo arrivate qui dopo un viaggio della speranza (ma dai) senza aria condizionata, io ero distrutta, così ho ceduto prima di tutto al fascino dell’ascensore e poi dell’aria fresca che soffiava tra le gole e le insenature lungo il percorso.
Infatti trattasi di un tour (circolare) attorno a questo “pinnacchio” di marmo, quindi scalini per salire e per scendere.
Ma tra uno scalino e una curva verrete impressionati da templi e statute, una più bella dell’altra, infatti tra marmi bianchi e decorazioni colorate è un tripudio di bellezza.
Mi è spiaciuto molto non esservelo goduto a pieno, ma ero davvero un piccolo straccetto!
Ora qualche consiglio pratico: ai piedi della montagna ci sono tantissimi negozi di souvenir, ma non fermatevi, vi fregheranno subito, se avete fame o sete, sia sotto che sopra trovate chioschi dove poter fare una pausa cibo.
Io consiglio di fermarvi una volta scesi dal Gate2, il primo “ristorante” che affaccia sulla strada alla vostra destra.
Fanno degli ottimi panini (Banh Mi) ripieni di quello che volete, soprattutto deliziose frittatine.
Vietnam rurale: una scoperta incredibile
Credo che sia stato l’aspetto che ho più apprezzato di questo viaggio, perché mi è sembrato di toccare con mano il vero Vietnam, quello senza filtri, che profuma di terra e lemon grass.
Se decidete di andare in Vietnam prediligete la parte rurale, i villaggi, le stradine di terra, le città sono caotiche e ormai globalizzate (almeno in parte).
Non trovi Sapa in questo post, ma vuoi saperne qualcosa? Arriverà anche quel post, ma devi avere pazienza! Se invece volete leggere qualche altra curiosità sul Vietnam, non avete che da andare qui.